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(2) La poesia è bella!

20/05/2007 22891 lettori
4 minuti

(segue la prima parte)

Diversi anni fa, quando ero ancora una bambina, vidi per la prima volta il film di Franco Zeffirelli Fratello Sole Sorella Luna sulla vita di San Francesco d’Assisi. Oltre ad alcune parole pronunciate nel film “… le cose semplici sono le più belle, sono quelle che alla fine sono le più grandi…”, ci furono due scene che mi colpirono profondamente e che non ho più dimenticato. Una scena rappresenta ciò che fu allora per me la prima espressione di libertà che percepii molto chiaramente e l’altra è quella che segna il cambiamento di Francesco. Nella prima sequenza Francesco sale su un tetto per prendere in mano un passerotto e, dopo averlo delicatamente preso fra le dita, lo libera imitandone gioiosamente il volo in bilico sulle tegole. Nell’altra scena Francesco scende nei sotterranei del suo palazzo dove lavorano in condizioni tremende anche vecchi malati, donne, bambini e lui si rende conto piangendo disperato, di cosa c’è dietro alla ricchezza della sua famiglia. Ricordo la mia commozione durante tutta quella scena, come mi commossi in ugual misura, ma di gioia, per l’altra. Tutto questo non è molto dissimile dallo stile di Benigni che riesce a miscelare in modo inimitabile la tristezza e l’allegria e a rendere grandi le cose semplici.

Roberto stesso non è a sua volta molto dissimile dal professor Keating, ufficialmente un insegnante di lettere che io considero un “insegnante di amore per la poesia” interpretato da un appassionato e appassionante Robin Williams che predica ai suoi studenti la libertà di espressione e quella di realizzare i propri sogni in quel capolavoro che è il film L’attimo fuggente, dove la poesia che ognuno ha potenzialmente dentro si respira dall’inizio alla fine, la si avverte potente, pressante, e se davvero sappiamo cogliere quell’attimo così prezioso senza farlo fuggire, la nostra poesia può esplodere in maniera travolgente e sorprendente ed arricchire la nostra vita e quella degli altri. Il professor Keating sale su un banco per dimostrare che le cose si possono vedere da  diverse prospettive e non da una soltanto. Roberto nel suo film La tigre e la neve è un professore di lettere che in una scena tiene una lezione sulla poesia e si distende sul pavimento con lo sguardo rivolto verso l’alto, fra i banchi, per dimostrare che se si vuole scrivere una poesia sulle stelle, osservando il cielo è più facile e tutti possono riuscirci.

Che è possibile trasformarsi in poeti, anche per chi a malapena sa leggere e scrivere, lo dimostra un amico che Roberto ricorda con commozione, Massimo Troisi, in quella composizione poetica intitolata Il Postino, il suo ultimo film dove l’umile postino Mario stringe una bella amicizia con un famoso poeta esiliato in Italia, Pablo Neruda, poi inevitabilmente si innamora della poesia e, contemporaneamente, di una donna. Nasce in lui la voglia di scrivere poesie, di parlare di poesia, di fare poesia e di usare la poesia, infatti dichiara che “la poesia non è di chi la fa, ma di chi la usa”. E la poesia è uno straordinario regalo di chi riesce a crearla per chi riesce ad apprezzarla, e viceversa. In questo film c’è la dimostrazione di come si possa far poesia anche per mezzo di oggetti comuni pur se apparentemente insignificanti dal punto di vista poetico. Ne è un esempio l’oggetto che il postino mostra all’amico Neruda, per ispirargli versi sulla sua amata, visto che il poeta ancora non la conosce e gli chiede di descriverla. Mario è impacciato, non riesce a spiegarsi  e ad esprimere ciò che sente e allora gli mostra una pallina di un calcetto balilla con il quale aveva fatto un giorno una partita insieme alla ragazza. Lei per scherzare se l’era maliziosamente messa un attimo in bocca prima di lanciarla nel campo di gioco e poi lui l’aveva tenuta per ricordo. Quella pallina diventa, per lo spettatore capace di percepirlo, il verso di una poesia. 

Così come diventano poetiche le zucchine che Benigni nomina in una scena de La tigre e la neve. La sua amata è in fin di vita e solo un medicinale, purtroppo introvabile in zona di guerra, potrebbe salvarla, così si reca con un amico da un anziano farmacista che potrebbe aiutarlo, e piangendo lo implora di salvare la sua donna perché nulla avrebbe avuto più senso per lui senza di lei. E fra le cose che elenca e che non avrebbero più senso ci sono anche le zucchine. Che senso avrebbero le zucchine senza di lei? È straordinario riuscire a far poesia in modo così bello semplicemente inserendo delle zucchine in un contesto così drammatico e intenso. Ritrovarsi a ridere e piangere contemporaneamente è il risultato che si ottiene. In pochi sono in grado di riuscirci e Roberto ne è capace in una maniera straordinaria, così come riesce a dedicare alle donne parole splendide, definendole la cosa più bella creata da Dio, a parlare della madre con un amore smisurato, a paragonare la moglie ad una montagna di neve, bella, immensa, grandiosa, ma anche fragile, da conservare, da proteggere affinché non si sciolga, e che riesce a pronunciare frasi sulla Madonna ancor più belle e profonde di una preghiera.

Le sensazioni provate durante questa dichiarazione d’amore a tutte le donne sono state molto simili a quelle regalate da una scena di un altro film, La leggenda del pianista sull’oceano di Giuseppe Tornatore, dove il pianista, che attraverso un oblò vede passeggiare sul ponte della nave una ragazza che lo colpisce per la sua delicata bellezza, con le dita sulla tastiera del suo pianoforte compone improvvisando ad ogni passo della ragazza una musica meravigliosa e sono attimi di poesia che non si scordano, momenti rari, preziosi e luminosi come diamanti, e i diamanti sono regali delle stelle.

Mi avvio a concludere queste mie righe in amicizia, quella di cui Roberto Benigni ha parlato in quella trasmissione televisiva sul senso della vita ricordando l’amico Massimo Troisi, definendola come un sentimento che quando  è autentico è molto potente. Si  tratta di quell’amicizia così profonda, espressa in due film, nuovamente Il  Postino,  e Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore, che ispira agli uomini il desiderio di regalare poesia agli amici più cari. In Nuovo Cinema Paradiso il regalo è quel montaggio che nella scena finale, accompagnata da una musica meravigliosa, proietta sullo schermo tutti gli spezzoni contenenti scene di baci, quelle che i due amici in passato, hanno dovuto tagliare da tanti film in un cinema parrocchiale. Ne nasce una scena memorabile, “troppo” bella, una poesia sull’amicizia, sui ricordi  e sull’amore. Ne Il Postino invece Massimo Troisi, dopo la sua morte nel film (e purtroppo anche nella realtà), lascia in dono al suo amico poeta un nastro dove ha registrato i rumori della sua isola, della sua terra, del suo mare con lo sciabordio dell’acqua ed altri suoni da ascoltare. Un regalo straordinario, ma il massimo della poesia e della bellezza il semplice postino la raggiunge facendo una cosa grande, quando registra il “rumore” delle stelle del cielo che sovrasta l’isola. Quanta poesia nel silenzio di quelle stelle!

Forse le stesse stelle che ispirano poesia a Benigni disteso per terra ad ammirare il cielo e forse le stesse stelle con cui Dante conclude le tre Cantiche della Divina Commedia.

Riccarda Patelli Linari
Riccarda Patelli Linari

La mia postazione comunicativa ha le coordinate geografiche di Firenze, dove sono nata nel 1963.

Sono responsabile comunicazione e contenuti web di Te.D.-Teatro d'Impresa - www.teatroimpresa.it (servizi di consulenza, formazione e comunicazione aziendale con l'arte teatrale).

Su "SMARTIME", e-zine mensile di intrattenimento e cultura libera su "Il Fatto Quotidiano" online, sezione "Terza Pagina", curo le rubriche "Possibilita'" (percorsi e concorsi per sviluppare ed esprimere i propri talenti artistici o professionali) e "Piccoli".

Sul web magazine "BAZAR", mensile di cultura e intrattenimento", ho curato dal 2006 al 2009 due rubriche riguardanti "Architetture & Design: forme che si esprimono" e "Corsi: possibilita' senza margini".

Su GenitoriMagazine, nuova e-zine di informazione per famiglie e neogenitori edita da BabyConsumers, collaboro in Redazione con articoli in "Primo piano" e curo la rubrica "Divertiamoci insieme". www.genitorimagazine.it

Sono socia e autrice del Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile, www.gruppoletteraturagiovanile.it, associazione culturale no-profit per la promozione e la diffusione della lettura e del libro per lo sviluppo, fin dalla tenera eta', di personalita' libere.